Eremi ed Eremiti Valdostani
Il promontorio di St. Evance è uno dei migliori punti panoramici della media Valle d'Aosta alla portata di un camminatore anche mediocre, perchè da Torgnon, ora allacciato al fondo valle dalla nuova carrozzabile, dista poco più di un'ora e mezza di facile e comoda mulattiera. Salire da Torgnon in un chiaro mattino è una passeggiata incantevole; la strada, in piano per un buon tratto, dai casolari di Maisonnettes inizia a salire con dolce pendenza in mezzo ad un fitto bosco di larici fino alla cappelletta di St. Pantaléon, sullo spartiacque fra la valle grande e quella del Marmore.
Da St. Pantaléon si raggiunge St. Evance in meno di un'ora prendendo a sinistra il sentiero pianeggiante che percorre la cresta e ne segue tutte le gibbosità. Quest'ultimo tratto è particolarmente piacevole sia perchè la vista va continuamente variando a misura che si avanza, sia perchè il cammino è tutto ombreggiato da una densa vegetazione di pini, che diffondono nei caldi meriggi delle giornate estive un acuto odore di resina, dolce ed inebriante.
Nell'alto medio evo, come tante altre località ora abbandonate, St. Evance era abitato tutto l'anno: è tradizione vi sorgesse verso il 1200 un villaggio di poche case e presso la cappella un piccolo convento di suore dell'ordine di S. Agostino cacciate da Loèche nel Vallese, che avevano riparato in Valle d'Aosta attraverso il Colle di St. Théodule. Quando nel 1855 si provvide ai restauri dell'attuale cappella, si scoprirono infatti le celle che avevano albergato le poche monache di quella minuscola comunità.
Tratto da Carlo Passerin d'Entrèves, Sette secoli di Storia Valdostana, 1961