Canali di irrigazione (ru)
Splendido era un tempo in Valle d'Aosta lo sviluppo dei canali d'irrigazione indicati col termine di (ru). Risalendo la Valtournenche si vedono, per esempio, in alto sui due lati della valle, degli archi che si direbbero appiccicati alla parete quasi verticale sulla montagna. Sono i resti di due acquedotti abbandonati detti, con espressione felicissima, (ru des pan perdu). Questi arditi lavori non sono punto opera romana, come vorrebbe il popolino, ma medioevale. La valle a quell'epoca era assai più popolata di adesso: chiusa nella cerchia dei suoi monti, non potendo importare come ora le derrate occorrenti al suo consumo, risolse in questo modo il problema di aumentare le superfici coltivate. Si scavarono così, fra il 1200 ed il 1500, questi acquedotti di cui non si sa se ammirare di più gli ideatori o gli uomini esecutori. Il “ru Cortod” in val d'Ayas, attualmente ancora in efficienza, prende origine nel vallone delle Cime Bianche ad oltre 2000 metri di altitudine, scorre lungo le falde precipita dallo Zerbion ed imbocca con esattezza matematica il traguardo dei 1638 metri del col di Joux portando le sue acque benefiche sul versante di St. Vincent, che è così una distesa di verdeggianti praterie. Ma i due “ru” più imponenti sono senza dubbio quelli di Chavacourt e di By. Il primo prende l'acqua nell'alto vallone di Chavacourt sotto le Punte di Cian, ad oltre i 2100 metri di altitudine, percorre tutta la conca di Torgnon e convoglia l'acqua fino ad irrigare i campi di Verrayes sopra Chambave; il secondo inizia il suo corso a piè del bacino di By a 2200 metri di altitudine, attraversa gli alp di Ollomont e di Doues e finisce poco sopra Allein nella valle del Gran San Bernardo. Molti di questi “ru” non vennero più intrattenuti e decaddero per mancanza di braccia all'epoca della peste del 1630.
Tratto da Carlo Passerin d'Entrèves, Sette secoli di Storia Valdostana, 1961